La proposta
l 99% delle persone sostiene di non essere capace, di non essere portato a disegnare, a dipingere men che meno, di non sapere da che parte iniziare.
La frase più comune è: non so nemmeno fare una O con l'imbuto
Intanto occorre precisare che dipingere è diverso dal disegnare, che si può dipingere senza saper disegnare. Il disegno verrà in seguito.
Chi fa il liceo artistico impara prima a disegnare certo, ma a livello di hobby, di piacere o per gli obiettivi che noi ci poniamo non è indispensabile.
Poi tutto è possibile e per TUTTI. La prima cosa da fare per misurare le proprie capacità è provare ed imparare, esattamente come tutte le cose.
Nessuno nasce capace a far tutto, e spesso, non conosciamo le nostre reali predisposizioni. Siamo convinti di non riuscire a fare le cose, poi, qualcuno ci dà i mezzi, ed ecco che sappiamo cosa fare.
Spesso si dice: non ho tempo. Ed ecco che invece imparando, raggiungendo determinate capacità, ci rendiamo conto che abbiamo trovato il tempo mossi dalla passione di ciò che facciamo.
Attraverso i colori e la pittura, ci troveremo con il tempo, davanti ad una nostra propria personalità.
Questo corso non ha l'ambizione di creare dei futuri Matisse, Rembrant, Picasso ecc., ma non lo esclude affatto. Sarà libero arbitrio di ciascuno e secondo la propria passione o volontà decidere quale cammino percorrere.
Per passare alla storia od avere successo occorre molto tempo, ed oggi non sono più i tempi, in quanto viviamo un periodo di decadenza sotto il profilo artistico.
La storia ci dice comunque che per fare successo occorre molto denaro od appoggi politici di spicco. Toulouse Lautrec ad esempio fece successo già in vita perché proveniente da una famiglia benestante, e, poiché si poteva permettere di spendere e spandere nei begli ambiente, ebbe gli appoggi politici necessari a farsi conoscere. Mentre Van Gog che visse di stenti si suicidò ben presto, nonostante l'amicizia e l'aiuto anche economico di Toulouse.
Oggi è la stessa cosa, quindi come suol dirsi: lasciamo ai posteri l'ardua sentenza
Il primo motivo quindi, per il quale ho pensato di proporre questi corsi, è stata proprio la volontà di lottare contro questo periodo di decadenza, non solo lamentandosene come spesso siamo portati a fare - Metafora: nonno- facile sputare in testa a chi passa stando al balcone - ma come propulsore di motivazione a non arrendersi, motivo per non abbandonare l'arte, ma tramandarla per avere il piacere di vedere attraverso gli altri la continuità del proprio sapere e magari lo svilupparsi di un genio ancor meglio di noi.
Per lasciare alla storia qualcosa di questo secolo. Cercare nuove idee, trasmettere messaggi, sentimenti, fare attraverso lo sviluppo cromatico un atto di amore.
COME? PERCHE?
In un mondo che oggi ci ha abituati ad incamerare il brutto del quotidiano, dove è più interessante un neonato morto in una lavatrice od una figlia che trucida madre e fratello, e dove tutto questo è consuetudine, dove il brutto è normale: la novità oggi è il bello, il buono, l'atto d'amore.
Ma come tutte le novità, sono difficili a digerire, da accettare. In un mondo dove il tempo ci è nemico, prendersi il tempo per dipingere ci pare un lusso, una cosa inutile, e scegliamo di guardare il telegiornale dell'orrido.
Distogliere dal diabolico richiamo del sistema gli individui è impresa ardua, risultano quindi dei "diversi" coloro che non si lasciano fagocitare da tutto questo.
La prima cosa da fare quindi è decidere quale cosa della nostra giornata vogliamo e possiamo eliminare per lasciare il posto a questa cosa. Stabilito lo spazio di tempo a noi necessario vi chiederete, ma perché dobbiamo farlo?
Sono molteplici le ragioni, una di queste è semplicemente un nuovo modo, un mezzo diverso per arrivare alla conoscenza di sé stessi, all'obiettivo di sviluppare una nuova coscienza delle cose, una nuova scala di valori attraverso la Terapia del colore.