La Valigia e la Signora
Dopo un anno di noia
Esco fuori all'aperto,
Spolverata, pulita
Qualche volta profumata,
Vivo quasi con gioia, anche
Il momento del mio riempimento.
Abiti,
giacche,
scarpe e magliette
calze,
libri,
profumi e reggitette;
di tutto un po' e...
"chi più ne ha più ne mette".
Mi sento pigra, stipata, rigonfia, pesante;
Non riesco a respirare,
Non mi si lascia un istante.
Basta son vecchia !
Non mi riempire più:
Abbiamo visto la stiva
Dell'aereo
Che ci ha portato in un caldo
Mare africano.
E' stato lì che ho sbucciato
Il mio angolo destro ed ho perduto
La mia etichetta.
Tu, invece, hai perduto il
Tuo amore lontano
Poi in quel viaggio in
Inghilterra,
per ben tre volte sono caduta a terra..
ma non ci capivano quando dicevi :
"attenzione! attenzione!"
Ci han fatto perdere ogni emozione.
E l'anno scorso al mese di
Agosto
Quanto ho viaggiato!
Non ero mai ferma, non trovavi
Mai un posto!
Ed ecco quest'anno andiamo in Sicilia,
stai raccontandone la meraviglia,
ma io, son vecchia, rotta e stanta.
E tu te ne freghi
Non mi ascolti,
non ti va bene nessuna scusa, andremo là
a Siracusa.
Bada però, questo è il mio ultimo viaggio
Al mio ritorno voglio un massaggio
Voglio tornare pulita
Nell'armadio
Libera e vuota.
Tu invece
Trovati un amico che di viaggiare
Abbia finito!
di Firenze,
sopra un volto
ormai stanco e
rugoso
come pelle di tartaruga
che un tempo
è stato bello.
Il tailleur di seta blu
a pois bianchi,
sta dio sghimbescio
su quella schiena
ora ricurva dagli
anni.
Eppure ha ancora
voglia
di inamidarsi il collo di
pizzo Veneziano
che lui le regalò
in quell'ultimo anniversario
insieme.
Se lo appunta con mani
tremolanti e diligenti
con quel cammeo
che lei,
ama tanto.
E si avvia al giuramento
della più giovane
nipote
che si sposa.
Gli occhi opachi e
stanchi,
vedono a malapena
quell'abito bianco
a distanza,
come fosse un chiarore,
riportandole alla mente
ancor lucida,
i ricordi messi in
bell'ordine
nell'armadio a muro
della memoria;
quando anch'essa
considerata
una donna diceva il suo
si.