La Borsa
Ero seduta accanto a Maria,
che in quel momento si allontanò,
la borsa in grembo,
sul treno in corsa che mi portava via
dalla città e dalla malinconia.
Cadde la borsa, la raccogliesti,
e, nel ridarmela mi dicesti:
"ma che sorpresa, cosa c'è dentro?
Ma quanto pesa...!?"
Avevo voglia di stupirti, ed iniziai
A raccontarti:
Ecco un quaderno tutto argentato,
dove vi scrivo il mio passato,
la biro certo in ogni momento si può
trascrivere un evento.
Un bel rossetto per quando ho
Le labbra secche e voglio essere
Più bella,
un po' d'ombretto azzurro cielo
e una matita nera
per quando voglio uscir la sera.
La cartolina di mia figlia.
Di quando era al mare coi nonni,
io lavoravo
e tutto andava a meraviglia.
Il francobollo lo staccherò,
lo inserirò nella collezione,
ma per adesso lo lascio qui,
ancora un po'.
Il portafoglio, che vuol che sia:
e' brutto e vecchio,
lo butterei via,
ma dentro, ecco.. nel posto a parte
c'è sempre qualche
fotografia:
Madre, padre, figlia, cane, gatto il
Coniglio, e tutta la famiglia.
Il pacchetto di gomma americana,
l'ago, il filo, le sigarette, i post-it, l'accendino
da tremila lire del marocchino
ed un bottone perso dalla sottana;
i fazzoletti di carta per quando ho voglia
di piangere e il telefonino per quando sono
stanca della noia quotidiana.
Mi ascoltavi attento, e capivo ciò
Che ti piaceva da come muovevi
La ruga centrale della fronte.
Maria ritornò a sedersi accanto a me,
le restituii la borsa e stupendoti dissi:
"questa, non è la mia, è la borsa di Maria".